Io, straniero
Dopo un fidanzamento durato sei anni, un matrimonio durato un giorno
una separazione durata cinque anni e un divorzio durato il tempo dell'ultimo amore
impossibile
anche solo poter pensare
a un come stai chiesto al telefono
siamo grandi
non dobbiamo lasciarci fregare
d'altronde non vi sono più slot né schede madre
pronte a creare magie d'incastri, intese perfette, voli sublimi
come laser
assenze, sbagli, parole
hanno ingrigito i segni tracciati
nessuna speranza di un nuovo ricalco
a te
ancora
vorrei parlare
ma lacci stretti alle caviglie
rovinano a terra il fantastico curvarsi dei giorni e dei corrimani
scrivevo e scrivo
con tutta la mia impotenza
con tutte le colpe a gravarmi le spalle
impensabile ormai
che possa esistere un senso
nel sussurrarti anche solo un mi manchi
la faglia aperta
non ammette ponti di corde
né fili ottici che trasportino innocenti messaggi d'affetto
al rumore dei passi, uno sguainare di spade e coltelli
ne sento il fragore, temo
e mi fermo
ma è giusto che sia così
poiché io
più non conosco
né sono più conosciuto
io, straniero.