Nur

   

 

Il mio nome è Nur.

Vivevo a Sirte con mio marito e i miei due figli.

Mio marito è stato decapitato insieme a tanti altri, hanno detto che non era un bravo mussulmano.

I miei figli sono morti in un bombardamento, non ho potuto salvarli.

Sono rimasta sola, mi hanno violentata più e più volte, non so chi fossero.

Poi mi hanno portata qui, in questo campo profughi a Misurata.

È un vero e proprio campo di concentramento, nemmeno i nazisti avevano osato tanto.

Violenze, torture, stupri, uccisioni, le vedo ogni giorno e le subisco.

Non ho casa, non ho famiglia, non ho denaro, non ho nulla.

Ora ditemi: la Coscienza, quella assoluta, eterna, immutabile, che ha ideato il gioco per fare esperienza di sé e che ha sparso in questo mondo i sassolini archetipali per far ritrovare a Pollicino la strada di casa, ebbene, perché ha permesso che i miei figli li raccogliessero non accorgendosi che erano ordigni sganciati da una bomba a grappolo? Perché ha permesso che un wakizashi venisse rubato a un nobile samurai e oltraggiando il Bushidō fosse usato per sgozzare mio marito? Perché ha permesso che la sacralità del Maithuna venisse infangata e che io venissi stuprata?

Non raccontatemi per favore, la storiella che io sarei la creatrice di questo mio universo, perché se davvero lo fossi, mai e poi mai avrei permesso che il mio bisogno di specchiarmi e di riconoscermi desse origine all’inferno.

E non venite a dirmi che questo lager, dove tra poco morirò, è solo un’illusione, un ologramma, una proiezione del terzo occhio di Shiva sul velo di Shakti, perché vi risponderei: “Se davvero ne siete convinti, fate un cambio di posto con me, adesso!”

Chiedete ai vostri filosofi, ai vostri intellettuali, ai vostri letterati qual è il senso di questo mio esistere e poi scrivetelo come epitaffio sulla mia tomba anche se per me sarà ormai troppo tardi per capire, ma se io sono davvero uno con il tutto, allora sarà troppo tardi anche per voi.

Il mio nome è Nur e significa luce.

Secondo la tradizione il compito di Nur in questo mondo è unire l’essenza alla conoscenza.

Chi mi ha ingannato, chi mi ha tradito?

 

N.d.r. Si è accertato che quanto sopra è stato causato da un virus inoculato arbitrariamente e segretamente dal creatore nei codici informatici che supportano il programma. Il Consiglio, avendo riscontrato nell’opera la presenza di altre simili gravi anomalie, ha dato corso al reset dell'intero sistema ma tale operazione, data la complessità del software, richiederà tempo per essere conclusa. Di fatto questo gioco è già terminato ma nessuno sa se l’hardware verrà conservato per ospitare un’altra versione del programma: tutto dipenderà da quanti e quali files si saranno salvati dalla contaminazione ma soprattutto se la Coscienza, constatati i precedenti fallimenti, vorrà ancora mettere in atto l'ennesimo processo di autoconoscenza e di autocertificazione.

 

Noi, umili forme ponte, siamo davvero stanchi di giocare a giocare al gioco in qualità di attori e registi della Grande Opera: sgomenti e rassegnati guardiamo gli yuga scorrere come grani di un mala tra le mani della Coscienza e poi scomparire dietro un orizzonte degli eventi sempre più evanescente e indistinto.