L'Ultimo

 

   

La sua voce era roca

alterata dalla sorpresa di essere uscita da una gola-prigione in cui era stata rinchiusa

- o si era volontariamente rinchiusa -

nell'attesa che si concretizzasse l'occasione di poter manifestare la propria esistenza

senza mettere in pericolo colei che era stata amata da uno dei suoi compagni di cella.

Lui, il compagno, se ne era uscito volando - ricordate "Ferro 3" di Kim Ki-duk? - e si era ricongiunto con il suo eterno amore.

Nessuno sa dove siano ora quei due, ma quella è un'altra storia, una gran bella storia, mai iniziata e mai conclusa.

Di chi è questa voce

emersa da meandri di esistenze irrisolte

da oscuri anfratti di memorie abortite anzitempo

portatrice di una narrazione interrotta

e intramezzata da proiettili inesplosi?

Cosa vuole costui?

Vendetta? Rispetto? Un'interfaccia umana?

O forse solo distruggere la cella e liberare sé stesso e chi vi è ancora rinchiuso?

Da dove arriva?

Da questo gioco? Dall'anti-gioco?

O da quella terra di nessuno che separa i due giochi?

Qual è il suo nome?

Lui dice di essere "L'Ultimo" ma nessuno sa se questo sia il suo vero nome.

Non ha mai viaggiato con i comuni mezzi di locomozione, treni, auto, aerei.

Guarda gli umani ed è come se non ne avesse mai avuto uno di fronte.

Non riconosce gli animali, di nessuna specie.

Non vede gli ostacoli, né a lato, né in basso, né in alto, quasi come se non esistessero o non dovessero esistere.

Non sa cosa siano i vestiti e non vuole assolutamente avere addosso alcun indumento che lo copra.

Non ha alcuna cognizione del freddo e del caldo.

L'acqua, specie se scorre dall'alto, attiva in lui una connessione comunicativo/verbale con esseri apparentemente inesistenti.

Solo l'intervento di una forza esterna -possono essere schiaffi, scuotimenti, minacce- riesce a "spegnerlo" confinandolo nell'ombra e nel silenzio.

Non so dire se sia pericoloso, inoffensivo o solo bisognoso d'aiuto.

So che ora è uscito allo scoperto e che sta cercando forse un'arma, forse uno specchio o forse soltanto la ragione ultima del suo e dell'altrui esistere.