conclusione

 

 

 

 

 

ringrazio per il loro indispensabile e preziosissimo aiuto

-  un enso (cerchio vuoto) tracciato su carta di riso

-  un vetro trasparente (12x12 cm) incorniciato con frassino

-  una trottola, la millesima trottola

-  294 giorni al tornio

MU, l'origine del nulla, la radice del tutto

 

 

 

stendo il panno nero che da sempre mi accompagna nei viaggi oltre l'orizzonte

sopra vi adagio la carta di riso con l'enso disegnato

scrivo a matita su un foglietto la mia richiesta e la depongo al centro del cerchio

ricopro con il vetro incorniciato

prendo una delle mille trottole fra le mani: la guardo, la vedo, mi inchino

pronuncio a voce alta il mio vero nome

stringo il lungo stelo della trottola fra il pollice e l'indice e imprimo la rotazione

chi fa girare la trottola ?

rido e lascio che la richiesta venga accolta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto ebbe inizio quando partecipai ad una manifestazione di artigianato artistico.

Esponevo pendoli in legno di forma assai strana, con quarzi all’interno e punta in rame. Arduo era spiegare a chi si soffermava davanti al banco, a cosa mai "servissero" quei pezzi di legno. Un bambino, dopo aver osservato attentamente tutti gli oggetti, sussurrò piano alla mamma: "Sono trottole?"  Lì per lì sorrisi, era un bambino, difficile per lui capire...  No!  Era un bambino!

L'eco giunse, da lontano: "Lasciate che i bambini vengano a me... beati i semplici... beati i poveri di spirito... perchè di loro è il regno dei cieli!"  Con l'eco giunse anche l'immagine di una moltitudine di fedeli riuniti per ascoltare l'ultimo discorso sul dharma: lui prese un fiore di loto, lo guardò, sorrise e lo fece ruotare tra le dita, rimanendo in silenzio.

Non avevo mai realizzato trottole, a dire il vero non ne avevo quasi mai viste, ma il giorno dopo decisi comunque di partire. Chiesi alcune indicazioni a chi il cammino l'aveva già compiuto e mi sedetti davanti al tornio.

Ogni buon viaggiatore deve attraversare i luoghi e i tempi della complessità per giungere là dove tutto esiste, è esistito ed esisterà. E' un po' come far entrare il famoso cammello nella cruna dell'ago: si deve abbandonare ciò che non serve, ma solo dopo averlo preso in mano, guardato e ringraziato.

Quando Dante si apprestò ad esplorare i nove cieli del Paradiso, lasciò Virgilio, guida della Ragione e fu preso per mano da Beatrice, guida della Fede. Nell'ultimo tratto, però, anche la guida della Fede deve lasciare il posto al "MU" e il poeta deve accecare i suoi occhi per poter vedere.

GYA TEI GYA TEI HA RA GYA TEI HARA SO GYA TEI BO JI SOWA KA recita l'ultimo verso dell'HANNYA SHIN GYO, il Sutra del Cuore: "Andare, andare, andare al di là, andare al di là dell'al di là, fino alla riva del Satori."

Molte sono state le essenze lignee usate per costruire la zattera che mi avrebbe permesso di attraversare l'ultimo fiume, molte le forme modellate per cercarne il perfetto galleggiamento, molti gli anelli concentrici di tronchi secolari trafitti durante il duello con il tempo.

Poi, solo il silenzio.

Sono tornato con in mano una trottola, un cerchio vuoto e un frammento di vetro, perchè là dove tutto esiste, è esistito ed esisterà, funziona così: quando qualcuno desidera che un evento si realizzi, lo scrive su un foglietto, lo pone al centro dell'enso, copre con il vetro e inizia a giocare. Tutto qui, nulla di più, nulla di meno.

 

Oltrepassare la linea dell'orizzonte che definisce e limita lo sguardo, senza avere alcun rispetto per il tempo lineare, per il finito e per il mortale, altro non è che ricordare, semplicemente.

Dopo, la realtà si inchina e attende i nostri ordini.

 

 

...trott  trott  trott...

 

la trottola gira

come il fiore di loto tra le mani del Buddha

 

tu, chi sei ?

 

...